Lo scorso mese, il commissario Kevin Cleland ha presentato le conclusioni della sua indagine al Vice Primo Ministro e Ministro della Pianificazione, Andrew Refshauge, per l’esame parlamentare. Gli oppositori temono che il progetto possa degradare l’ambiente e la bellezza naturale di Port-Stephens, ostacolare l’uso pubblico delle vie d’acqua, nuocere al settore turistico in piena crescita e minacciare la fauna marina, in particolare delfini e balene.

Un progetto con importanti ricadute economiche

La società Australian Radiata Pty Ltd prevede di installare la fattoria su un terreno limitato e su cinque concessioni marittime in acque profonde. M. Cleland ha sottolineato i potenziali benefici del progetto e, pur riconoscendo le preoccupazioni, ha concluso che nessuna considerazione ecologica si oppone all’allevamento di ostriche perlifere a Port-Stephens.

La specie endemica Pinctada imbricata sarà allevata a partire da stock approvati per produrre perle di alta qualità, di dimensioni medio-piccole. Oltre due milioni di ostriche saranno impiantate ogni anno, creando 80 posti di lavoro a tempo pieno. Il valore totale delle perle raccolte è stimato a 12 milioni AUD.

Preoccupazioni persistenti

Raquel Carter, rappresentante del Consiglio per la Conservazione della Natura del Nuovo Galles del Sud, ha ricordato che i rischi economici e sociali legati al progetto superavano, a suo avviso, i benefici attesi per la popolazione locale.

M. Cleland raccomanda tuttavia un approccio precauzionale: riconosce che animali marini potrebbero rimanere intrappolati nelle installazioni di acquacoltura e suggerisce l’adozione di misure di sicurezza. La commissione raccomanda inoltre di non approvare uno dei siti proposti per l’allevamento.

Infine, il rapporto consiglia di monitorare attentamente la situazione dopo l’avvio del progetto e di ridurre o modificare alcune operazioni qualora dovessero manifestarsi impatti negativi imprevisti.