Le ultime notizie sulla coltivazione delle perle a Tahiti

Venerdì 24 Settembre 2004

La Coltivazione dell’Ostrica Perlifera Akoya Ha un Futuro in Australia?


Di fronte a questa situazione, l’interesse per la ricerca e lo sviluppo della produzione di perle akoya in altri paesi – in particolare in Cina e in Australia – è in forte crescita.

Un Nuovo Terreno di Sperimentazione nel Queensland

L’industria perlifera australiana si basa oggi principalmente sull’allevamento di Pinctada maxima, l’ostrica perlifera a labbra argentate. Tuttavia, l’attenzione si concentra sempre più su altre due specie, Pinctada margaritifera e Pinctada fucata, presenti in abbondanza nelle acque australiane.

Un recente rapporto dettaglia i lavori svolti nel nord del Queensland per valutare la fattibilità di una produzione di perle akoya a partire da Pinctada fucata.

Dati Preziosi su Crescita e Sopravvivenza delle Ostriche

I ricercatori hanno raccolto dati di riferimento sulla crescita e sulla sopravvivenza delle ostriche durante le varie fasi di allevamento, dallo stadio larvale alla fase in nursery. Sono state studiate le migliori condizioni di coltura: qualità dell’acqua, densità ottimale delle larve, alimentazione, tipo di attrezzature per la nursery e concentrazione degli stock.

Risultati Promettenti per Pinctada fucata

Questo esperimento rappresenta la prima produzione riuscita in schiuditoio di Pinctada fucata nel Queensland. I metodi utilizzati per l’allevamento di questa specie sono stati adattati da quelli già sperimentati per Pinctada margaritifera.

Nel corso del primo anno del progetto, sono stati prodotti più di 48.000 spat di 3,5 mesi, con un’altezza dorso-ventrale media (HDV) di 12,5 ± 0,4 mm (± deviazione standard, n = 50). Le osservazioni indicano che è preferibile allevare le ostriche a una profondità di 2 metri dopo il loro primo trasferimento in mare.

Una volta classificate, le ostriche devono essere mantenute nel 20-30% dello spazio di coltura, in reti piramidali o in reti con doppio strato di maglia più fine, fino al raggiungimento di un’HDV di 50 mm. Oltre questa dimensione, vengono trasferite in «sacche canguro» o in strutture di coltura a maglie più larghe, sostituendo o pulendo le reti ogni otto settimane. Le ostriche allevate singolarmente, senza formare grappoli, raggiungono dimensioni maggiori.

Un Futuro Brillante per la Perlicoltura Australiana

I risultati ottenuti sono molto incoraggianti: in soli 24 mesi, alcuni esemplari raggiungono un’HDV superiore a 100 mm per un peso umido di 100 grammi. Sono in corso prove di selezione basate sulle dimensioni delle ostriche, e le prime osservazioni lasciano presagire un futuro promettente per la produzione di perle akoya in Australia.

Venerdì 17 Settembre 2004

Produzione e Allevamento dell’Ostrica Perlifera ad Ali Nere (Pteria penguin) nella Cina Meridionale


L’ostrica perlifera ad ali nere (Pteria penguin) è presente lungo le coste dell’isola di Hainan, della penisola di Leizhou e in altre aree marine del Mar Cinese Meridionale. Questo bivalve di grandi dimensioni è noto per la sua rapida crescita, il che lo rende una specie particolarmente interessante per l’acquacoltura delle perle.

Esperimenti di allevamento sono stati avviati circa cinque anni fa. In un primo momento sono state raccolte conchiglie naturali per la produzione di perle emisferiche (mabé), per poi selezionare animali maturi in ambiente naturale da utilizzare come riproduttori destinati alla produzione di spatole.

Tecniche di Allevamento Consolidate

Dopo diverse serie di prove, i ricercatori hanno sviluppato un processo completo di allevamento che comprende:

• Selezione e coltura delle conchiglie

• Induzione della deposizione delle uova

• Allevamento delle larve

• Raccolta della spatola

• Ingrasso fino allo stadio adulto

Questa monografia descrive in dettaglio ogni fase, dallo zigote all’adulto.

Verso una Produzione di Perle Sferiche

Grazie a una riproduzione sufficiente, inizialmente a partire da conchiglie naturali e successivamente da stock di allevamento, i ricercatori hanno ottenuto un numero di ostriche sufficiente per condurre prove di produzione.

Due società – una con sede sull’isola di Hainan e l’altra sulla penisola di Leizhou – hanno collaborato ai lavori di ricerca e hanno sviluppato con successo una tecnica efficace di produzione di mabé.

Più recentemente, i team hanno ottenuto le prime perle sferiche provenienti dall’ostrica ad ali nere, segnando un importante progresso per il settore. Questa monografia offre una panoramica generale delle tecniche di coltivazione di perle emisferiche e sferiche provenienti da questa specie promettente.

Mercoledì 15 Settembre 2004

La Genetica delle Popolazioni di Ostriche Perlifere a Labbra Nere (Pinctada margaritifera)


La produzione di perle coltivate rappresenta un motore fondamentale per lo sviluppo economico sostenibile in diversi Paesi oceanici. Osservazioni empiriche hanno mostrato che i diversi stock di ostriche perlifere producono perle con caratteristiche distintive.

Così, l’isola di Manihiki (Isole Cook) è nota per le sue perle dalla colorazione unica. In Polinesia francese, prima dei trasferimenti massicci di spatole tra i numerosi atolli delle Tuamotu, ogni isola produceva perle riconoscibili per colore, lucentezza e orientamento – fattori determinanti per il loro prezzo e la loro competitività sul mercato.

Dopo questi scambi su larga scala, tali caratteristiche distintive si sono progressivamente attenuate.

Verso un’Identificazione Genetica degli Stock

Per preservare la diversità e le qualità uniche delle perle, sarebbe essenziale stabilire impronte genetiche precise delle diverse popolazioni. Ciò permetterebbe di mettere in atto strategie di gestione adeguate e di garantire una migliore tracciabilità nell’acquacoltura.

Risposta dei Ricercatori

Gli operatori degli schiuditoi chiedono dati scientifici affidabili per produrre le spatole desiderate dai perlicoltori, proteggendo al contempo la biodiversità e il valore economico dei diversi stock.

Per rispondere a questa esigenza, i ricercatori ricorrono a due tecniche di marcatura del DNA:

• L’amplificazione del polimorfismo della lunghezza di un frammento (AFLP)

• L’analisi del DNA microsatellite

Sono stati prelevati esemplari da schiuditoi delle Hawaii, degli Stati Federati di Micronesia e delle Isole Marshall, così come da stock naturali, al fine di stabilire solide basi genetiche per future strategie di selezione e conservazione.

Mercoledì 1 Settembre 2004

Le Economie di Scala nella Perlicoltura in Polinesia Francese


Un’indagine condotta su 40 fattorie perlifere in Polinesia francese rivela importanti differenze nei costi di produzione. Il prezzo di costo medio di una perla diminuisce man mano che la dimensione della fattoria aumenta.

Per le piccole fattorie (meno di 25.000 ostriche), il costo medio di produzione di una perla è doppio rispetto a quello delle fattorie che detengono uno stock superiore a 200.000 ostriche. Le economie di scala si manifestano in modo particolare quando le fattorie possiedono tra 25.000 e 100.000 ostriche. Oltre questa soglia, i guadagni di produttività diventano meno significativi.

Influenza delle Pratiche di Allevamento

Un’analisi di regressione ha permesso di identificare le pratiche che influenzano il tasso di scarti (perle prive di valore commerciale).

• Un’elevata densità di ostriche sulle corde e una grande dimensione delle ostriche al momento dell’innesto aumentano la percentuale di scarti.

• Al contrario, lasciare le ostriche innestate più a lungo in acqua e pulirle più frequentemente riduce il tasso di scarti.

Fattori che Influenzano il Prezzo di Vendita

L’analisi mette inoltre in evidenza i parametri che migliorano il prezzo medio di vendita delle perle.

• Innestare ostriche di dimensioni maggiori permette di ottenere perle meglio valorizzate.

• Un basso tasso di mortalità post-innesto contribuisce inoltre a una qualità superiore e quindi a un prezzo più elevato.

Utilizzare le Ostriche Perlifere come Rilevatori di Metalli Pesanti nelle Acque Tropicali


Misurare l’inquinamento da metalli nei mari tropicali richiede tecniche precise ed economicamente sostenibili. La misurazione diretta dei metalli nell’acqua di mare rimane complessa, poiché necessita di campionamenti frequenti, di attrezzature costose e di competenze specializzate.

Inoltre, i metalli pesanti si trovano spesso intrappolati nei sedimenti, e i prelievi d’acqua possono non rilevare i picchi di inquinamento che si verificano quando questi sedimenti vengono rimessi in sospensione da tempeste o altre perturbazioni.

I bivalvi come bioindicatori

In assenza di metodi adatti, si utilizzano comunemente bivalvi filtratori come le cozze (Mytilus edulis), veri e propri accumulatori biologici che consentono di rilevare i contaminanti.

Il sistema di «sorveglianza della cozza» si è dimostrato uno strumento molto efficace e resta il metodo più completo per monitorare l’inquinamento costiero da metalli negli Stati Uniti. Tuttavia, queste specie sono limitate alle zone temperate e non offrono una soluzione per le acque tropicali oligotrofiche.

Le ostriche perlifere: sentinelle ideali

Le ricerche condotte dimostrano che le ostriche perlifere (genere Pinctada) costituiscono un eccellente complemento per la sorveglianza delle acque calde. Sono ampiamente diffuse nei mari del Sud, sessili, longeve e si prestano perfettamente alla bioaccumulazione.

I primi test condotti sull’ostrica perlifera hawaiana (P. margaritifera galtsoffi) hanno rivelato una forte capacità di accumulo di metalli pesanti. Prove in vasche controllate hanno mostrato una bioaccumulazione regolare di rame, cadmio e zinco, proporzionale alle concentrazioni presenti nell’acqua e al tempo di esposizione.

Verso un monitoraggio ambientale rafforzato

Questi risultati hanno permesso di stabilire norme di monitoraggio sul campo. I primi studi condotti alle Hawaii hanno fornito dati ambientali preliminari. Una seconda serie di test ha confermato un’importante variabilità temporale nell’accumulo dei metalli.

I ricercatori stanno ora ampliando i loro studi ad altri metalli come stronzio, cobalto e piombo. La misurazione degli isotopi radioattivi di stronzio e cobalto potrebbe diventare uno strumento prezioso per la restaurazione ecologica e il ripopolamento degli atolli del Pacifico meridionale (Bikini, Enewetak, Christmas Island, Mururoa), un tempo utilizzati per gli esperimenti nucleari atmosferici e sottomarini condotti da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.

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