Un appuntamento strategico per un settore in piena riflessione sul proprio futuro.

Produttori, negozianti, gioiellieri e altri professionisti del settore hanno partecipato a sei workshop tematici, dedicati alla produzione, all’esportazione, alla classificazione, ai listini di prezzo, all’expertise, alla promozione e alle carte qualitative. Un’occasione rara di dialogo diretto tra i diversi attori della catena, intorno a un bene comune: la perla di Tahiti, simbolo di eleganza e identità culturale.

Per Temauri Foster, ministro delle Risorse Marine, l’obiettivo è chiaro: ridare alla perla di coltura di Tahiti le sue lettere di nobiltà. Si tratta di sensibilizzare i professionisti sulla necessità di strutturare e unificare la filiera per rafforzarne l’immagine e la competitività a livello internazionale.

Nel quadro del cinquantenario della perla di coltura polinesiana, la Maison de la Perle raddoppia gli sforzi per conquistare nuovi mercati emergenti come il Brasile, la Russia e l’India, consolidando al contempo i bastioni storici che sono il Giappone e la Cina. Una strategia offensiva portata da una volontà decisa di riposizionare la perla nera come prodotto di lusso imprescindibile.

Un anniversario che celebra una data fondativa: nel 1961, Jean-Marie Domard, allora direttore del servizio della pesca in Polinesia, avviò il primo innesto di perla di coltura sull’atollo di Hikueru con il maestro-innestatore giapponese Churoku Muroi. Un’avventura che, due anni dopo, avrebbe dato i suoi frutti, lanciando uno dei più grandi successi economici e culturali della Polinesia moderna.