Le ultime notizie sulla coltivazione delle perle a Tahiti

Mercoledì 27 Giugno 2012

Perlicoltori di Polinesia: Esasperazione per l’Assenza di Riforme e Minaccia di Nuove Azioni


Nonostante una risposta tardiva del ministro delle Risorse Marine, Temauri Foster, i perlicoltori deplorano una proposta legislativa ancora più restrittiva della delibera 2005-42 che contestano, alimentando la rabbia e la preoccupazione dell’intera filiera.

Il sostegno dichiarato del presidente Oscar Temaru, durante l’incontro del 4 giugno, non si è ancora tradotto in azioni concrete. Franky Tehaamatai, portavoce dei produttori, lancia l’allarme: "Se non si interviene, entro la fine dell’anno resteranno meno di cento fattorie." La proposta alternativa presentata al ministro il 13 giugno ha ricevuto solo una risposta evasiva il 22 giugno, che menziona un esame in corso da parte dei servizi amministrativi.

Di fronte a questa inerzia, i perlicoltori denunciano un atteggiamento di disprezzo da parte delle autorità e minacciano di colpire duramente: l’abolizione della tassa DSPE (Diritto specifico sulle perle esportate). Secondo Franky Tehaamatai, questa tassa grava pesantemente sui ricavi, arrivando a rappresentare fino al 50% del fatturato per alcuni operatori in difficoltà.

Inoltre, l’Unione chiede l’abrogazione del sistema di classificazione delle perle, ritenendo che dovrebbero esistere solo due categorie: quelle commercializzabili e quelle non commercializzabili. In mancanza di rapidi progressi, minacciano di bloccare l’accesso al servizio perlicolo, come già annunciato durante la loro protesta.

La contestazione riguarda anche i controlli visivi e a raggi X imposti dalla delibera 2005-42. I produttori denunciano norme giudicate arbitrarie, sottolineando l’assenza di misure simili negli altri paesi produttori e la distruzione ingiustificata di perle che sarebbero conformi agli standard di qualità.

La tensione resta palpabile nel settore perlicolo polinesiano, e l’esito di questo braccio di ferro con le autorità rimane incerto.

Martedì 26 Giugno 2012

Perla di Tahiti a Hong Kong: Tra Nuovi Successi e Preoccupazioni per il Futuro del Mercato


Grossisti giapponesi, cinesi, europei e polinesiani hanno attirato una clientela prevalentemente cinese, nonostante la crescente concorrenza delle perle "gold" e "white" provenienti dall’Australia.

Il salone ha confermato un rialzo dei prezzi per le perle di Tahiti, in particolare per i calibri da 7 a 9 mm, molto apprezzati dagli acquirenti. Anche le perle da 10 a 11 mm restano popolari, mentre pezzi d’eccezione da 15 a 19 mm, e una perla di 23 mm, hanno suscitato l’ammirazione dei visitatori.

Le vendite all’asta organizzate a margine del salone da Poe Raua Nui e Robert Wan Cie hanno riscosso un notevole successo. Alfred Martin, presidente del GIE Poe Rava Nui, ha espresso la sua soddisfazione, mentre Robert Wan ha presentato oltre 200.000 perle, tra cui una spettacolare perla rotonda "peacock" di 17 mm, messa a base d’asta a 2,5 milioni di Fcfp. Quest’ultimo resta però prudente, ricordando l’importanza di mantenere la fiducia degli acquirenti riguardo alla stabilità in Polinesia.

Johnny Cheng, presidente della Tahitian Pearl Association Hong Kong (TPAHK) e di Rio Pearls, ha messo in guardia contro le intenzioni di sopprimere il controllo di qualità all’esportazione. Secondo lui, questo controllo rappresenta un argomento commerciale essenziale per la perla di Tahiti, in un mercato in cui tale requisito non esiste, e la sua abolizione rischierebbe di inondare il mercato di perle di qualità inferiore.

Di fronte all’ascesa delle perle australiane "gold" e "white", offerte a prezzi più competitivi rispetto alle perle nere di Tahiti, la Maison de la Perle, in collaborazione con la TPAHK, sta preparando azioni promozionali rafforzate, in particolare attraverso la sua partecipazione al primo salone internazionale annuale di gioielleria a Hong Kong in settembre.

Infine, la presenza di Robert Wan Cie al primo JNA Awards, concorso organizzato da Jewellery News Asia, conferma la volontà degli attori polinesiani di rafforzare l’immagine della perla di Tahiti sulla scena internazionale.

Venerdì 8 Giugno 2012

Incontro Storico per la Perla di Tahiti: Una Strategia Innovativa per Rilanciare il Settore


Questo consulente di fama mondiale, specialista nel commercio della gioielleria, delle pietre preziose e delle perle, è anche presidente della CIBJO (Confederazione Internazionale di Gioielleria, Oreficeria, Perle e Pietre Preziose).

Una sessantina di partecipanti, tra cui figure di spicco del settore come Francky Tehamatai e Robert Wan, hanno risposto a questo appello all’innovazione. L'obiettivo dichiarato: trovare una strategia efficace per far uscire la filiera perlifera polinesiana dalla crisi persistente che la colpisce da diversi anni.

Incaricato di proporre soluzioni concrete, Gaetano Cavalieri ha avanzato l’idea audace di creare una società internazionale di distribuzione di perle di Tahiti, che agisca in nome di un consorzio di produttori locali. Questo modello si ispira al successo esemplare del Consorzio del Prosciutto di Parma, creato nel 1963 da 23 produttori e che oggi riunisce 156 membri attorno a un marchio riconosciuto a livello mondiale.

Secondo lo studio del cabinet Gaetano Cavalieri & Co, l’eliminazione degli intermediari cinesi e giapponesi permetterebbe di aumentare del 100% il valore aggiunto della perla di Tahiti sul mercato globale, a beneficio diretto dei produttori polinesiani. Questo approccio apre nuove prospettive per una filiera in cerca di rinnovamento e mira a rafforzare la notorietà e l'attrattiva della perla di Tahiti su scala internazionale.

Mercoledì 6 Giugno 2012

Chiarezza e Collaborazione: La Direzione delle Risorse Marine Riporta i Fatti


Durante la manifestazione del 31 maggio, sono state rivolte accuse di incompetenza, favoritismo e discriminazione contro i suoi agenti. La direzione ricorda che le sue squadre sono debitamente formate e che i loro strumenti di controllo vengono regolarmente calibrati, garantendo così l'accuratezza delle misurazioni. Inoltre, informazioni precise sono state comunicate più volte ai professionisti, in totale trasparenza.

Per quanto riguarda le contestazioni, la direzione sottolinea che le controperizie sono possibili: un secondo passaggio ai raggi X è generalmente sufficiente per fugare ogni dubbio, senza dover ricorrere al taglio delle perle, che rimane un metodo eccezionale.

La normativa attualmente in vigore è il risultato di precedenti discussioni con gli attori del settore. Ogni evoluzione di queste regole deve passare attraverso una concertazione collettiva e non tramite attacchi pubblici che potrebbero essere qualificati come diffamatori, aprendo la strada a ricorsi legali individuali.

Infine, la Direzione delle Risorse Marine invita tutti i professionisti a superare le divisioni e a collaborare per ridare slancio al settore perlifero, attorno a regole chiare e condivise da tutti gli attori.

Venerdì 1 Giugno 2012

Manifestazione dei Perlicoltori: Un Appello Pressante per l’Abrogazione della Delibera N°2005-42


La loro prima azione collettiva: un raduno determinato davanti alla Maison de la Perle questo giovedì mattina, con l’obiettivo chiaro di ottenere la firma immediata di un protocollo d’intesa.

Il fulcro delle loro rivendicazioni si basa sulla revoca immediata e definitiva della delibera N°2005-42. Questo testo, in vigore da oltre dieci anni, impone la distruzione di perle considerate comunque sfruttabili e avrebbe causato una perdita stimata di 6 miliardi di Fcfp in soli due anni. Frank Tehaamatai, portavoce dell’unione, ricorda che il Giappone aveva sperimentato una misura simile prima di rinunciarvi, di fronte alle conseguenze drammatiche per la propria filiera.

Secondo Tehaamatai, alcune perle, sebbene imperfette, potrebbero essere valorizzate, in particolare per la realizzazione di braccialetti o anelli. Egli denuncia la rigidità degli attuali criteri, che portano alla distruzione di piccole perle di categoria A, unicamente perché il loro strato di madreperla è inferiore a 0,8 mm. Nonostante la loro richiesta di una controperizia sulle apparecchiature di controllo della Maison de la Perle, la domanda è stata respinta. È stato ottenuto un accordo di principio per il taglio delle perle, ma senza una data concreta.

"Ci prendono in giro da troppo tempo," si indigna Frank Tehaamatai. I perlicoltori, di solito moderati, esprimono oggi una profonda collera. Il declino è evidente: oltre 1.000 fattorie esistevano nel 2000; oggi ne rimangono solo 200. L’esportazione, che generava 20 miliardi di Fcfp nel 2000, è scesa a una previsione di 6 miliardi nel 2012.

I professionisti chiedono misure immediate e concrete per salvare una filiera in pericolo, e l’abrogazione della delibera N°2005-42 appare, ai loro occhi, come un passo indispensabile per la sopravvivenza del loro mestiere.

Professionisti della Perla in Colera: Manifestazione per Chiedere il Ritiro della Delibera N°2005-42


Dopo lunghe discussioni con il ministro e il servizio della perla, e nonostante il sostegno dichiarato del presidente del governo, nessuna misura concreta è stata adottata, aumentando l'esasperazione dei manifestanti.

La delibera contestata, che regola l'esportazione delle perle e impone la distruzione di quelle giudicate non conformi, è al centro delle critiche. Frank Tehaamatai, portavoce del movimento, denuncia un sistema discriminatorio e sospetti di favoritismo nei tempi di trattamento e nell'esame delle perle. Cita in particolare un recente caso di perle ingiustamente rifiutate e poi riabilitate dopo il taglio.

Il dubbio cresce sull'efficacia del ministero e del servizio dedicato alla perla. Più dell’80% dei professionisti chiede non solo l’abrogazione della delibera, ma anche una riforma completa della gestione del settore, sostenendo una maggiore autonomia per gli attori della filiera.

Frank Tehaamatai deplora la mancanza di reattività e di iniziativa del ministro, affermando che questa mobilitazione mira a dimostrare la realtà della crisi che scuote la perlicoltura. Se le loro richieste non saranno ascoltate rapidamente, i professionisti avvertono che potrebbero ricorrere ad azioni più radicali per difendere il futuro del loro mestiere.

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