Le ultime notizie sulla coltivazione delle perle a Tahiti

Mercoledì 27 Febbraio 2013

Il Tahiti Pearl Consortium in Cerca di Azionisti Privati: Una Creazione Segnata da Incertezza e Resistenze


Durante una recente riunione, i perlicoltori hanno evidenziato diverse difficoltà. Sebbene vari professionisti abbiano partecipato all’incontro, il collettivo "Touche pas à ma perle" ha già lanciato un appello al boicottaggio, esprimendo così il proprio disaccordo. L’assenza di un business plan chiaro e di trasparenza riguardo al funzionamento del TPC ha sollevato preoccupazioni, anche tra i produttori presenti.

Franck Tehaamatai, un produttore influente, ha condizionato il suo impegno a diverse richieste, tra cui una maggiore rappresentanza degli azionisti privati nel Consiglio di amministrazione. Ha inoltre proposto di trasformare la SEM in una SAS (società per azioni semplificata) detenuta in maggioranza dai professionisti del settore.

Oltre alla questione della struttura organizzativa, Franck Tehaamatai ha sollevato dubbi riguardo all’oggetto sociale della SEM, giudicato troppo complesso. Ha inoltre messo in discussione l’esperienza del Paese in questo tipo di progetti, sottolineando che i professionisti della perlicoltura, che conoscono meglio la realtà del settore, dovrebbero avere un ruolo più importante.

Per quanto riguarda il finanziamento del 15% di azionariato privato ancora necessario per finalizzare il progetto, resta incerto. I professionisti attendono chiarimenti sul proseguimento del processo e un calendario preciso per definire le modalità di raccolta dei fondi necessari. La strada verso la piena realizzazione del Tahiti Pearl Consortium sembra quindi costellata di ostacoli.

Sabato 9 Febbraio 2013

Il Tahiti Pearl Consortium: Una Creazione che Solleva Riserve e Interrogativi


Una decisione che, sebbene approvata, non fa l’unanimità e suscita forti riserve e interrogativi tra i professionisti del settore, così come all’interno della stessa maggioranza politica.

Il ministro delle risorse marine, Temauri Foster, fervente sostenitore del TPC, fatica a convincere, e persistono dubbi sull’efficacia di questa iniziativa per risollevare un settore in crisi da diversi anni. L’opposizione e i membri del collettivo "Touche pas à ma perle" non nascondono il loro malcontento, sottolineando la mancanza di consultazione preliminare e l’urgenza con cui viene portato avanti questo progetto.

I professionisti del settore restano preoccupati per l’assenza di garanzie concrete e per la mancanza di un business plan solido. Franck Tehaamatai, un produttore influente, ha condizionato il suo sostegno all’implementazione di diverse misure, tra cui una maggiore rappresentanza degli azionisti privati all’interno del Consiglio di amministrazione. Le critiche si concentrano anche sul passato travagliato del progetto, che era stato respinto dal tribunale amministrativo lo scorso dicembre.

Nonostante queste incertezze, il TPC dovrebbe sostituire progressivamente la Maison de la Perle, con una proiezione di crescita ambiziosa fino al 2018. Tuttavia, la vera sfida rimane nella ricerca di partner privati disposti a investire il 15% del capitale sociale, pari a 90 milioni di Fcfp. Il collettivo "Touche pas à ma perle" resta fermamente contrario a questa decisione politica, alimentando dubbi sul futuro della perlicoltura in Polinesia francese.

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