Venerdì 26 Aprile 2013
Queste sessioni, proposte sia in Polinesia francese che all’estero, hanno l’obiettivo di approfondire le conoscenze dei partecipanti sulle specificità delle perle del mondo, con particolare attenzione alla perla di coltura di Tahiti, nonché sulle tecniche di vendita di questi gioielli.
I seminari mirano a perfezionare la comprensione dei venditori riguardo alla perla di Tahiti, nel suo contesto storico e concorrenziale, sia sul mercato locale che internazionale.
Affinando il loro argomentario di vendita e sviluppando tecniche adeguate, questi professionisti saranno meglio equipaggiati per suscitare l’interesse del cliente finale, favorendo così l’acquisto di gioielli a base di perle di Tahiti.
I partecipanti diventeranno veri e propri ambasciatori della perla, offrendo un servizio clienti mirato e consigli pertinenti sull’uso e la cura di queste perle.
Su richiesta del GSMA (Groupement du Service Militaire Adapté), la Maison de la Perle ha organizzato un seminario dal 22 al 25 aprile 2013, inserito nel programma di formazione “filiera turismo”.
Nove stagisti del GSMA hanno partecipato a queste sessioni di apprendimento per migliorare le loro conoscenze sulla perla di Tahiti e perfezionare le loro tecniche di vendita, in vista della loro futura carriera.
Il programma ha coperto vari aspetti: dalla storia delle perle alla nacricoltura, passando per la classificazione secondo la normativa e i metodi di vendita.
Questa iniziativa mira a formare professionisti competenti e appassionati, che giocheranno un ruolo chiave nella promozione della perla di Tahiti, contribuendo così a rafforzare la reputazione e l’attrattiva di questo gioiello polinesiano sui mercati mondiali.
Sabato 20 Aprile 2013
La difficoltà principale risiede nella capacità di attrarre azionisti privati, la cui partecipazione pari al 15% del capitale, ovvero un contributo totale di 90 milioni di Fcfp, è essenziale per la creazione di questa entità destinata a organizzare l’intero settore della perlicoltura.
Ad oggi, la situazione sembra invariata, lasciando il TPC in una fase di incertezza. Sebbene la creazione della SEM sia ancora in corso, gli amministratori del Paese destinati a sedere all’interno di questa struttura sono già stati nominati. Con un decreto del Consiglio dei ministri del 10 aprile 2013, i ministri Antony Geros, Temaurii Foster e Daniel Herlemme, così come il rappresentante dell’Assemblea Victor Maamaatuaiahutapu, sono stati nominati membri del consiglio di amministrazione del TPC. Secondo il Ministero delle Risorse Marine, ciò costituisce un “processo normale”.
La responsabilità di far avanzare la creazione di questa società di economia mista spetterà al prossimo governo della Polinesia francese, che dovrà risolvere le difficoltà attuali legate all’attrazione di azionisti privati o decidere il futuro del progetto.
Mercoledì 10 Aprile 2013
Mentre il destino di questa SEM resta incerto, una decisione cruciale sul suo futuro è attesa entro la fine della settimana, e il Syndicat des Professionnels des Producteurs de Perles (SPPP) sta preparando un ricorso presso il tribunale amministrativo.
Il Tahiti Pearl Consortium (TPC) potrebbe rimanere un progetto incompiuto? Attualmente, la SEM detiene l’85% del capitale, finanziato dal Paese, ma incontra difficoltà a ottenere il restante 15%, soprattutto a causa dell’impossibilità dei produttori di perle di raccogliere la somma necessaria. Inizialmente, questi partner privati dovevano fornire almeno 45 milioni di Fcfp (la metà del loro contributo previsto), ma questa somma non è stata ancora raccolta. Le divergenze tra le intenzioni degli attori del settore e le azioni concrete ritardano la realizzazione del progetto, in attesa di una decisione del ministro delle risorse marine questa settimana.
Il TPC non è riuscito a ottenere un consenso unanime tra i professionisti della perla, nemmeno prima della sua approvazione, che è stata votata da una maggioranza risicata all’Assemblea della Polinesia (28 voti favorevoli, 24 contrari). La creazione di questa SEM ha sollevato numerose preoccupazioni, in particolare in un contesto in cui le entità pubbliche sono spinte a ridurre i costi. Inoltre, l’oggetto sociale complesso del TPC, che abbraccia tutte le fasi della perlicoltura, non ha convinto i professionisti, anche quelli inizialmente favorevoli al progetto. Sebbene siano state firmate lettere di intenti dopo incontri tesi a febbraio e marzo, la formalizzazione della partecipazione finanziaria davanti al notaio ha posto problemi, ritardando l’implementazione della SEM.
La situazione attuale non sorprende il Syndicat Professionnel des Producteurs de Perles (SPPP), che afferma che i piccoli e medi produttori, firmatari delle lettere di intenti, non dispongono delle risorse finanziarie per partecipare ai 90 milioni di Fcfp richiesti. Un produttore importante, Franck Tehaamatai, disposto a investire una parte significativa, è attualmente incarcerato per motivi non legati al suo impegno nel TPC. Di fronte a questi ostacoli, il SPPP, fermo oppositore del progetto, si prepara ad avviare un’azione legale contro la creazione della SEM.
Aline Baldassari-Bernard, vice-presidente del SPPP, ha dichiarato che i produttori di perle non hanno i mezzi finanziari per sostenere il TPC. Sottolinea che i produttori di lunga data considerano questa SEM una concorrenza sleale, affermando che le strutture perlicole attuali esistono da oltre 30 anni. Secondo loro, il TPC probabilmente non vedrà mai la luce, sia per la mancanza di fondi necessari, sia a seguito di un’azione giudiziaria.