Venerdì 21 Giugno 2013
Questo voto unanime segna la fine di una struttura ampiamente contestata.
I due gruppi autonomisti hanno criticato l’iniziativa definendola un “tentativo di rapina in salsa spaghettiâ€, un chiaro riferimento all’esperto italiano di gioielleria che aveva consigliato il precedente governo.
Teva Rohfritsch ha sottolineato l’inutilità della SEM, mentre Tearii Alpha, ministro della Perla, ha ricordato che la mancanza di investitori privati aveva condannato il progetto fin dalla sua nascita.
Nonostante questo scioglimento, il nuovo governo conferma la propria volontà di ristrutturare la filiera perlifera in collaborazione con i professionisti del settore.
Una prima riunione del Consiglio della Perla è già programmata per lunedì 1° luglio, con l’obiettivo di definire nuove linee guida per la perla di Tahiti.
Di fronte a questa decisione, i rappresentanti dell’UPLD, che hanno votato contro lo scioglimento, non hanno mancato di esprimere il loro disaccordo.
Antony Géros ha accusato il governo di voler “ridipingere di giallo/arancione un progetto bluâ€, denunciando così un’operazione di recupero politico.
Tuttavia, alcune iniziative, come la tracciabilità delle perle tramite punzonatura laser, dovrebbero essere mantenute, con l’arrivo della macchina previsto per la fine dell’anno, sotto l’egida della Maison de la Perle.
Sabato 15 Giugno 2013
Il testo sarà presto sottoposto al voto in seduta plenaria.
Creato sotto il precedente governo Temaru, il TPC era stato concepito per commercializzare le perle di Tahiti tramite una nuova Società di Economia Mista (SEM).
Immaginato con il supporto dell’esperto italiano di gioielleria Gaetano Caballieri, il progetto si è rapidamente scontrato con l’opposizione dei professionisti del settore, contrari a un intervento diretto dello Stato nell’attività commerciale.
Inoltre, il consorzio, che avrebbe dovuto attirare almeno il 15% di investitori privati, non è riuscito a convincere.
Il ministro delle Risorse Marine, Tearii Alpha, ha sottolineato che il nuovo governo intende cambiare filosofia: da ora in poi privilegerà la regolamentazione e i controlli, lasciando la commercializzazione delle perle al settore privato.
Tuttavia, un coinvolgimento statale resta previsto per le negoziazioni sull’apertura di nuovi mercati, in particolare per affrontare le questioni dei dazi doganali, come nel caso della Cina.
Per rafforzare il dialogo con gli attori del settore, sarà creato un Consiglio della Perla, che riunirà a livello ministeriale i rappresentanti delle organizzazioni professionali.
La sua prima riunione è prevista entro quindici giorni, per dare avvio alla revisione del quadro normativo.
A lungo termine, l’obiettivo dichiarato è chiaro: migliorare la qualità della produzione per stimolare i prezzi di un prodotto fondamentale per l’economia polinesiana.
Per quanto riguarda la Maison de la Perle, Tearii Alpha precisa che non è ancora stata presa alcuna decisione di chiusura.
È in corso una valutazione di bilancio dell’istituzione, parallelamente a una riflessione sulla ridefinizione delle sue missioni, con la volontà dichiarata di coinvolgere strettamente il settore privato nella futura strategia di sviluppo della filiera perlifera.
Giovedì 13 Giugno 2013
La laguna di Ahe, ad esempio, contava da sola 80 concessioni perlifere nel maggio 2012, sebbene permangano incertezze sulla reale produzione, nonostante criteri rigorosi per l’ottenimento, l’estensione o il rinnovo di tali autorizzazioni ogni 5 anni.
Per chiarire la situazione, il Ministero delle Risorse Marine ha annunciato l’intenzione di lanciare prossimamente una moratoria sulle autorizzazioni di occupazione temporanea dello spazio marittimo a fini perliferi.
Questa decisione, comunicata al termine del Consiglio dei ministri di mercoledì dal portavoce del governo Marcel Tuihani, mira a controllare le concessioni esistenti, valutarne l’uso effettivo e garantire la loro conformità con gli accordi in vigore.
Questa iniziativa si inserisce in uno sforzo più ampio per stilare un bilancio completo del settore perlifero in Polinesia, con l’obiettivo di elaborare una strategia di sviluppo più coerente.
Secondo i dati del Servizio di Perlicoltura della Direzione delle Risorse Marine, alla fine del 2011 erano sfruttati 9720 ettari di laguna per la perlicoltura, una cifra vicina al limite massimo di 10.000 ettari autorizzati per l’intero territorio.
Sebbene la perla grezza di Tahiti rimanga il motore delle esportazioni del Paese, persistono preoccupazioni, in particolare per il calo della qualità e la proliferazione dei produttori, fattori che contribuirebbero alla recente crisi del settore perlifero.
Una situazione che richiede una sorveglianza costante e aggiustamenti strategici per garantire la sostenibilità del settore.