Giovedì 22 Agosto 2013
Perlicoltura polinesiana: l’incredibile fiasco della “macchina miracolosa†che non è mai esistita
È uno dei casi più strani della perlicoltura polinesiana. Nel 2012, il governo annunciava con grande enfasi una rivoluzione tecnologica: una macchina di selezione unica al mondo, capace di classificare automaticamente le perle di Tahiti. Cinque anni dopo, il sogno si è trasformato in un incubo amministrativo.
«Siamo di fronte a un caso di cattiva gestione esemplare», denuncia Marcel Tuihani, portavoce dell’attuale governo. L’Ispezione generale dell’amministrazione (IGA) è stata incaricata di fare piena luce su questa imbarazzante vicenda.
I retroscena di un contratto fantasma
Le indagini rivelano:
- 40 milioni di Fcfp impegnati per un prototipo mai consegnato
- 20 milioni di Fcfp già versati alla società americana Ritco
- Nessun brevetto depositato né prova di concetto convalidata
2012: l’anno dei pagamenti sospetti
Cronologia dei versamenti:
- 14 milioni di Fcfp a maggio 2012 (35% del contratto)
- 6 milioni di Fcfp a ottobre 2012 (15% aggiuntivo)
- 50% pagato prima ancora di qualsiasi prova di fattibilitÃ
Un’inchiesta che si annuncia esplosiva
Le piste esplorate dall’IGA:
- Assenza di un capitolato tecnico
- Controllo insufficiente sugli anticipi versati
- Possibile conflitto di interessi non dichiarato
Lo scandalo che travolge la Maison de la Perle
Questo fiasco si aggiunge ad altri problemi:
- Struttura dissolta nel 2013 dopo solo 3 anni di esistenza
- 200 milioni di Fcfp di deficit cumulato
- 7 dipendenti licenziati in un clima di controversia
Verso un ricorso giuridico internazionale?
Le opzioni considerate:
- Ricorso alla giustizia americana contro Ritco
- Procedimenti contro i firmatari del contratto
- Richiesta di rimborso dei fondi pubblici spesi
I numeri dello scandalo
→ 40 milioni di Fcfp impegnati
→ 0 macchine consegnate
→ 5 anni di inchiesta in prospettiva
→ 1 settore perlicolo in cerca di credibilitÃ
