Le ultime notizie sulla coltivazione delle perle a Tahiti

Giovedì 28 Maggio 2020

Inquinamento da Plastica: Uno Studio Antropologico per Comprendere la Situazione nelle Lagune delle Tuamotu


Per colmare questa lacuna, il Paese ha avviato uno studio che durerà fino a dicembre, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione alla riduzione dei macro-rifiuti nelle lagune coralline. Queste ultime, che da diversi anni subiscono un degrado della loro qualità, sono al centro dell’indagine.

Nel mese di gennaio, l’IFREMER aveva già evidenziato l’impatto preoccupante dell’inquinamento da microplastiche sulle ostriche perlifere delle Tuamotu, sottolineando il ruolo della perlicoltura in questa problematica.

È stata firmata una convenzione (n° 2233 VP/DRM) tra il Paese, l’École Pratique des Hautes Études (EPHE), il Centre de Recherches Insulaires et Observatoire de l’Environnement (CRIOBE) e la Direzione delle Risorse Marine (DRM) per un progetto intitolato “Percezione sociale intorno alla nozione di inquinamento e dei rifiuti perlicoli alle Tuamotuâ€. Questo studio antropologico mira a esplorare la crisi sociale che colpisce le popolazioni degli atolli produttori di perle.

Il testo della convenzione ricorda che la perlicoltura, a causa dell’uso massiccio di plastica, contribuisce in maniera significativa all’inquinamento delle lagune. I rifiuti plastici, siano essi macroscopici o sotto forma di microplastiche, esercitano una pressione ambientale sugli ecosistemi corallini e sulle popolazioni acquatiche.

Lo studio si concentrerà sull’analisi dell’inquinamento da plastica dal punto di vista delle scienze sociali, principalmente attraverso l’antropologia, al fine di comprendere meglio le percezioni locali legate all’inquinamento e ai rifiuti.

I risultati di questa indagine permetteranno di proporre soluzioni per ridurre l’inquinamento da macro-rifiuti nelle lagune coralline. Potrebbero anche portare all’elaborazione di una carta delle buone pratiche insieme alla DRM. Questo approccio sociale è considerato essenziale per influenzare le pratiche dei perlicoltori e ridurre l’inquinamento delle lagune.

Infine, sarà realizzata un’indagine etnografica su tre atolli delle Tuamotu, che permetterà di confrontare le somiglianze socio-economiche e le disparità ecologiche tra i siti di studio (Ahe, Takaroa, Takapoto). Uno studente di antropologia supervisionerà il lavoro sul campo, che si svolgerà nell’arco di sei mesi.

Venerdì 15 Maggio 2020

Covid-19: La Crisi che Minaccia la Perla di Tahiti


La sospensione dei voli commerciali ha paralizzato l’intera filiera. L’assenza dei greffeurs cinesi, fondamentali per il processo di innesto delle ostriche, ha rallentato drasticamente la produzione.

Sabine Lorillon, presidente del sindacato dei commercianti di perle di coltura, avverte della gravità della situazione: acquisti e vendite sono sospesi e i clienti stranieri restano bloccati nei loro paesi. Alla ripresa, il settore teme un crollo dei prezzi ben al di sotto degli attuali 500-600 Fcfp per perla.

Secondo Thomas Esen, presidente del comitato di gestione della perlicoltura di Rikitea, questa crisi potrebbe portare alla chiusura di numerose fattorie già indebolite prima della pandemia.

L’assenza dei greffeurs impedisce qualsiasi progresso produttivo: restano possibili solo le operazioni di manutenzione delle ostriche. L’impossibilità di vendere le perle ha spinto alcuni perlicoltori a ridurre i salari dei dipendenti, aggravando la situazione economica.

In questo clima di incertezza, la filiera non ha alcuna visibilità sui prossimi mesi. Le misure di quarantena all’ingresso del territorio rischiano inoltre di scoraggiare i compratori internazionali. Lorillon conclude che, sebbene la filiera non sia destinata a scomparire, la ripresa sarà lenta e la Perla di Tahiti potrebbe perdere terreno sui mercati mondiali.

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