Le ultime notizie sulla coltivazione delle perle a Tahiti

Giovedì 23 Dicembre 2021

Attacco raro di squalo a Rikitea: sub di una fattoria perlifera gravemente ferito


Si tratta di un incidente tanto raro quanto drammatico, avvenuto giovedì mattina alle 8:30 nelle acque calme della laguna di Rikitea. Appena entrato in acqua, il sub perlicoltore è stato violentemente attaccato da quello che sarebbe un grande squalo tigre, secondo le prime dichiarazioni della vittima. L’informazione è stata rivelata dai nostri colleghi di TNTV e confermata dal medico del dispensario locale.

Soccorso rapidamente dai colleghi, il ferito ha ricevuto i primi soccorsi sul posto, compreso un laccio emostatico, prima di essere trasportato d’urgenza al centro medico. Grazie alla rapidità delle squadre sanitarie, è stato stabilizzato. La sua vita non è in pericolo, ma la gravità della ferita richiede un’evacuazione sanitaria verso Tahiti.

Non è la prima volta che uno squalo tigre viene avvistato nella zona. Già la settimana scorsa, un esemplare avrebbe tentato di attaccare un sub mordendo la sua pinna. Testimonianze preoccupanti che sollevano interrogativi sulla crescente presenza di questi predatori nella laguna.

Contattato, Stéphane Paeamara, secondo vicesindaco di Rikitea, ricorda che «la laguna è aperta sull’oceano e vi entrano grandi squali e altri pesci pelagici». Una configurazione geografica che rende difficile ogni forma di controllo o prevenzione.

Sebbene gli attacchi di squali restino eccezionali in Polinesia Francese, questo incidente riaccende la preoccupazione dei professionisti della perlicoltura, che si immergono quotidianamente in queste acque per svolgere la loro attività.

Lunedì 13 Dicembre 2021

La Perlicoltura in Crisi: Carenza di Innestatori e Strategie per Rilanciare il Settore


Le entrate derivanti dall’esportazione di perle sono diminuite della metà, passando da 5 miliardi di Fcfp nel 2019 a soli 2,5 miliardi nel 2020, secondo i dati dell’Istituto di Statistica della Polinesia (ISPF). Questo calo significativo, aggravato dalla pandemia, ha messo in luce diverse sfide, tra cui la carenza di innestatori.

Da due anni, gli innestatori cinesi, che costituivano una parte essenziale della manodopera, sono bloccati nel loro Paese d’origine, il che ha portato a una diminuzione della produzione di perle di qualità. Sul mercato di Papeete, l’approvvigionamento di perle si è dimezzato, creando tensioni tra i venditori di gioielli. Heiani Riaria, una venditrice, osserva: «Prima acquistavamo fino a 1.000 pezzi, ora ne abbiamo 500. Anche i prezzi sono raddoppiati: le perle si vendono ora tra 500 e 1.000 Fcfp, contro i 250-300 Fcfp di prima.»

Nonostante la reputazione della manodopera cinese per la sua efficienza e il suo costo accessibile, diventa imperativo formare un numero maggiore di innestatori locali. Fanny Yip, gerente di gioielleria, sottolinea l’importanza di sostenere e formare innestatori locali per ridurre la dipendenza dai lavoratori stranieri. «È essenziale creare strutture per formare e accompagnare meglio i nostri innestatori locali», spiega.

Nel 2020, il numero di produttori è diminuito di 80 rispetto al 2018, ma nonostante questa situazione, i professionisti del settore restano ottimisti. Sono attivamente alla ricerca di soluzioni per rivitalizzare questa industria vitale per la Polinesia e sperano in un futuro più promettente per l’oro nero del mare.

Pulizia su Larga Scala: Lotta contro l’Inquinamento da Perlicoltura in Polinesia


Da quasi 40 anni, i rifiuti provenienti dalle fattorie perlifere inquinano le lagune e gli atolli, deteriorando l’immagine della Perla di Tahiti. Di fronte a questa situazione, il Paese ha lanciato una vasta operazione di pulizia per porre rimedio a questo problema.

Questa iniziativa ecologica, che si inserisce in una presa di coscienza collettiva, ha come obiettivo quello di limitare gli effetti negativi dell’attività perlifera sull’ecosistema marino e sulla qualità delle perle. L’inquinamento da perlicoltura è diventato un problema di primo piano, spingendo verso una mobilitazione generale.

La prima fase di questa operazione, validata durante il seminario sulla perlicoltura nel 2020, coinvolge diversi attori: i comuni, i comitati di gestione, i perlicoltori, la popolazione locale e le autorità pubbliche. Tra maggio e luglio 2021, sono stati distribuiti 1.300 sacchi ai comitati di gestione delle Tuamotu, delle Gambier e delle Isole Sottovento per la raccolta dei rifiuti.

Ad Apataki, grazie alla collaborazione dei perlicoltori e dell’associazione locale Te hotu no te Fenua no Apataki, sono stati raccolti più di 100 metri cubi di rifiuti. Questi rifiuti saranno trasportati a Tahiti per essere smaltiti presso il Centro di Interramento Tecnico (C.E.T.) di Punaruu nei prossimi giorni.

Parallelamente, il Paese sta lavorando alla creazione di una filiera sostenibile per la gestione dei rifiuti perliferi. Benché l’interramento a Tahiti rappresenti una soluzione immediata, si stanno esplorando alternative, come la sostituzione dei materiali plastici utilizzati nella perlicoltura.

I perlicoltori saranno chiamati a contribuire finanziariamente a questo piano di gestione dei rifiuti e una modifica della legislazione sulla perlicoltura dovrebbe presto essere sottoposta all’assemblea. Per quanto riguarda i rifiuti storici accumulati da 40 anni, si stima che una fattoria media generi circa 2 tonnellate di rifiuti all’anno. Il Paese sta quindi lavorando a un piano di gestione globale volto a evacuare i rifiuti esistenti, creare una filiera di trattamento efficiente e prevenire la produzione di nuovi rifiuti.




Venerdì 10 Dicembre 2021

Poe Ma'ohi: 60 Anni dell’Anima della Perla di Tahiti, un Patrimonio da Celebrare


Benché la perla di coltura di Tahiti avesse celebrato il suo cinquantesimo anniversario a Parigi nel 2011, quest’anno segna la celebrazione nel suo Paese d’origine. Dal 2014, anno della sua fondazione, la FPPF – che riunisce tutti i professionisti del settore – ha quest’anno festeggiato il suo primo salone, sostenuto da una sovvenzione di tre milioni di Fcfp concessa dal Paese.

Questo evento va oltre la semplice presentazione commerciale della perla, puntando a diventare un vero e proprio “luogo di risorse, di diffusione, di scambio e di sperimentazioneâ€. L’obiettivo della FPPF è quello di rivalutare la perla all’interno della sua cultura e allo stesso tempo stimolare il mercato mondiale. Marcelle Howard, presidente della FPPF, sottolinea l’importanza di proteggere l’immagine della perla di Tahiti, evidenziando che si tratta dell’unica gemma organica francese, unica ed endemica della Polinesia.

Il salone “Poe Ma'ohi†riunisce diversi attori della filiera perlifera sotto lo slogan della FPPF: “Regina delle perle e perla delle regineâ€. Viene inoltre organizzato un concorso di creatori, con opere esposte da artigiani e gioiellieri locali, tra cui Miliani Création, Temanus Création, Hokahei Pearl, Poe Tahiti e il Liceo Saint-Joseph. Ogni espositore presenta un’opera in una delle tre categorie: gioielleria, artigiano orafo e artigiano tradizionale. I visitatori eleggeranno le creazioni vincitrici e i finalisti saranno premiati durante l’ultima giornata del salone.

L’evento è accompagnato anche da una partnership con l’ecomuseo di Moorea Fare Natura, che propone un’esperienza educativa immersiva attraverso film in realtà virtuale sulla fauna marina polinesiana. L’espositrice del Fare Natura sottolinea che questo aspetto mira a sensibilizzare il pubblico alla bellezza degli oceani e delle lagune, in connessione con l’habitat naturale della perla.

Il ministro dell’Economia Blu, Tearii Alpha, ha inaugurato il salone sottolineando le sfide che la perla di Tahiti deve affrontare, in particolare la vulnerabilità di fronte al cambiamento climatico e alla pressione antropica sulle lagune. Ha lanciato un appello a una promozione sostenibile della perla e alla trasmissione di questo prezioso patrimonio alle generazioni future. Tearii Alpha ha insistito sull’importanza della catena del valore della perla, sottolineando che “il futuro è la trasmissioneâ€, invitando i giovani a impegnarsi per preservare e valorizzare questo patrimonio eccezionale.

Martedì 7 Dicembre 2021

Lotta contro il Lavoro Nero nella Perlicoltura: Un Appello Urgente all’Azione in Polinesia


Questo rapporto, rivelato da Tahiti Infos, si concentra sulle condizioni di impiego nel settore perlifero e raccomanda, come priorità, l’introduzione di un piano già nel 2021 per combattere il lavoro sommerso in questo settore.

Uno dei punti chiave affrontati dal rapporto riguarda la difficoltà di valutazione del numero di posti di lavoro nel settore della perla. La CTC sottolinea che l’assenza di un codice specifico per i lavoratori della perlicoltura nella nomenclatura dell’Istituto di Statistica della Polinesia Francese (ISPF) complica i calcoli, assimilando questi lavoratori a quelli dell’acquacoltura. Adeguando i dati per escludere i lavoratori della gambericoltura e della piscicoltura, il rapporto stima che la media annua di posti di lavoro nella perlicoltura tra il 2015 e il 2019 sia stata di circa 894. Tuttavia, questa cifra è considerata insufficiente rispetto alla realtà della filiera, dato il numero di aziende perlifere e le superfici sfruttate.

Inoltre, la CTC raccomanda di aggiungere ai salariati dichiarati i produttori titolari di carte professionali, che erano 648 nel 2020. Tuttavia, permane un divario significativo tra queste cifre e le dichiarazioni ufficiali della professione. Il presidente Édouard Fritch aveva evocato un numero stimato di 2.500-3.000 posti di lavoro alla fine del 2020. Eppure, nonostante questi aggiustamenti, il rapporto indica che nel 2020, un anno segnato dalla pandemia, solo 445 lavoratori erano effettivamente dichiarati nel settore dell’acquacoltura e della perlicoltura.

Un’altra constatazione importante del rapporto è la prevalenza del lavoro sommerso: più della metà dei lavoratori nella filiera non ha né contratto di lavoro né protezione sociale. Sebbene questa situazione sia riconosciuta dalle autorità, essa richiede un’azione urgente. Per questo motivo, la CTC raccomanda un piano di lotta contro il lavoro sommerso nella perlicoltura, da attuarsi già nel 2021 per proteggere i lavoratori e migliorare la trasparenza del settore.

Lunedì 6 Dicembre 2021

Crisi Profonda della Perlicoltura in Polinesia: Bilancio Allarmante e Urgenza di una Riforma


I fallimenti della riforma del 2017, che stenta a produrre risultati quattro anni dopo la sua adozione, e l’impatto ambientale “allarmante†nelle lagune suscitano profonda preoccupazione per questo prodotto chiave dell’export del territorio.

Mentre la perla di coltura di Tahiti celebra i suoi 60 anni questa settimana durante il salone Poe Ma'ohi all’Hilton Tahiti, il rapporto dettagliato della CTC, che copre il periodo dal 2015 al 2021, mette in luce le crescenti difficoltà del settore. Sebbene la perlicoltura sia rimasta il principale prodotto locale di esportazione, generando 8,6 miliardi di Fcfp nel 2014, questa cifra è scesa a soli 2,5 miliardi di Fcfp nel 2020, anno segnato da una grave crisi economica. Le sfide principali di questo settore non possono più essere ignorate.

Il rapporto ripercorre la storia travagliata della perlicoltura, dal suo boom negli anni ’80 alla crisi degli anni ’90 causata da un virus, fino al periodo di prosperità culminato nel 1999. Tuttavia, a partire da quell’apice, il settore ha conosciuto un declino costante, con un crollo del prezzo al grammo delle perle esportate, passato da 1.710 Fcfp nel 2000 a 472 Fcfp nel 2019.

La riforma del 2017, guidata dal governo di Édouard Fritch per passare da una produzione intensiva a una produzione di qualità, è ampiamente criticata per il suo fallimento. I quota di produzione definiti nel 2021 si sono rivelati inefficaci, le autorizzazioni di occupazione del demanio marittimo sono state concesse in maniera disorganizzata, e un terzo dei produttori, che occupano 1.300 ettari, non ha prodotto nulla dal 2017. Inoltre, il trasferimento di responsabilità ai professionisti e la gestione del cambiamento di governance sono anch’essi considerati fallimentari.

L’inquinamento ambientale legato alla perlicoltura rappresenta un’altra preoccupazione maggiore, con rifiuti accumulati su diverse isole perlifere da oltre 40 anni. Le lagune di Takaroa e Takapoto, in particolare, hanno subito danni gravi a causa di questa contaminazione, richiedendo costosi interventi di bonifica.

Nelle sue raccomandazioni, la CTC esorta il Paese ad agire rapidamente mettendo in atto sette azioni specifiche già nel 2021. Il presidente del Paese, Édouard Fritch, ha annunciato l’avvio di una nuova politica settoriale entro la fine dell’anno e si è impegnato a integrare tali raccomandazioni. Le celebrazioni per i 60 anni della perla di Tahiti dovranno quindi essere accompagnate da una riforma urgente del settore per garantirne la sostenibilità e la perennità.

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