Sono state reintrodotte 3.500 ostriche perlifere nel loro ambiente naturale per tentare di rilanciare la riproduzione e, di conseguenza, l’intera filiera della perla.
Da diversi anni, i professionisti del settore constatano una significativa diminuzione del raccolto – un processo cruciale di cattura delle larve di madreperla utilizzate per produrre le celebri perle nere. Una diminuzione confermata dalle valutazioni annuali condotte dalla
Direzione delle Risorse Marine (DRM), che mettono in evidenza una situazione preoccupante per quest’isola la cui economia si basa principalmente sulla perlicoltura.
Mangareva, che da sola rappresenta il 33% della produzione di perle della Polinesia Francese, può contare esclusivamente sulle proprie risorse biologiche: l’importazione di madreperle è infatti strettamente vietata e la riproduzione naturale delle ostriche diventa quindi vitale per il futuro del settore.
In questo contesto, una squadra della
Direzione delle Risorse Marine (DRM) si è recata sul posto dal 13 al 17 dicembre, in collaborazione con i perlicoltori, per condurre un’operazione di ripopolamento della laguna. Grazie alla mobilitazione di diversi professionisti impegnati —
Benoît Urarii, Thomas Essen, James Gooding, Puea Taerea, Hoarai Urarii e Joseph Teakarotu — e delle loro squadre, 3.500 madreperle sono state collocate in zone accuratamente selezionate dagli scienziati dell’
IRD e dell’
IFREMER.
Le ostriche, mature e pronte a deporre, sono state posizionate su substrati naturali accessibili in apnea. Un monitoraggio regolare sarà ora garantito dai perlicoltori per osservare l’evoluzione di queste popolazioni e sperare in una partecipazione attiva alle prossime deposizioni.
«Il ripopolamento è già una prima azione. Mobilita e sensibilizza i perlicoltori. Se funziona, lo rifaremo spesso», confida
James Gooding, uno degli attori di questa iniziativa.
Sostenuta dalla rete
RESOLAG, dai ricercatori dell’
IRD e dell’
IFREMER, nonché dal progetto regionale
PROTEGE, questa operazione segna una svolta. Testimonia uno sforzo collettivo per preservare un know-how unico e garantire la sopravvivenza di un’attività emblematica della Polinesia Francese.