Le ultime notizie sulla coltivazione delle perle a Tahiti

Giovedì 14 Marzo 2024

Plastic Odyssey: una spedizione contro l’inquinamento da plastica in Polinesia Francese


Partita dalla Francia per un viaggio di tre anni, l’equipe ha recentemente fatto tappa a Mangareva, nel cuore delle Gambier, dove si concentra il 60% dell’industria perlifera della Polinesia.

Una realtà preoccupante nel cuore della laguna

Sull’isola, l’equipaggio ha rapidamente constatato l’ampiezza dell’inquinamento da plastica. Nelle acque turchesi della laguna, nei pressi della fattoria perlifera di Magali e Dominique Devaux, i rifiuti si accumulano. Poiché la perlicoltura si basa sull’uso di attrezzature in plastica – boe, reti, ceste – la loro gestione resta complessa.

«Alcune boe possono essere riutilizzate, ma molte sono danneggiate e finiscono per essere stoccate a terra per mesi», spiega Magali Devaux, gerente dell’azienda. Uno stoccaggio provvisorio che è diventato un vero rompicapo logistico.

Suo marito, Dominique, aggiunge: «Inviamo i nostri rifiuti plastici al centro di smaltimento di Tahiti, ma è una soluzione a breve termine e tutt’altro che ideale dal punto di vista ecologico.»

Soluzioni concrete a bordo di una nave-laboratorio

È qui che interviene Plastic Odyssey. A bordo della loro nave-laboratorio, i membri della spedizione offrono soluzioni innovative. Le plastiche raccolte vengono frantumate e poi trasformate, sul posto, in oggetti utili: pavimentazioni, coperture, materiali da costruzione… il tutto grazie a macchine semplici, poco costose e facilmente replicabili a livello locale.

«Quello che vogliamo dimostrare è che la plastica usata può diventare una risorsa, non solo un rifiuto», spiega Maxime Thirouin, ingegnere del riciclo all’interno dell’equipaggio. Una dimostrazione portatrice di speranza per gli attori locali, a cominciare dai perlicoltori.

Dominique Devaux si mostra entusiasta: «Questo progetto apre prospettive concrete per il nostro settore. Abbiamo bisogno di soluzioni sostenibili, adattate alle nostre realtà.»

Verso una filiera di valorizzazione in Polinesia

Sotto la supervisione della Direzione delle Risorse Marine, è in corso un’iniziativa per strutturare una filiera di valorizzazione delle plastiche a livello polinesiano. Obiettivo: raccogliere, selezionare e trasformare i rifiuti plastici provenienti in particolare dalla perlicoltura, creando al contempo valore ed occupazione locale.

La visita di Plastic Odyssey a Mangareva segna così un momento chiave nella lotta contro l’inquinamento plastico in ambiente insulare. Una dimostrazione che, anche dall’altra parte del mondo, l’innovazione può andare di pari passo con l’impegno ecologico.




Mercoledì 13 Marzo 2024

Tahiti Auction: un appuntamento strategico per il mercato della perla


Organizzata dal GIE Poe o Tahiti Nui e da Tahiti Pearl Auction, questa vendita internazionale di perle ha riunito i principali attori della filiera, sotto lo sguardo attento del presidente Edouard Fritch e del console cinese, presenti per fare il punto sulla situazione del settore perlifero polinesiano.

In totale, sono state messe in vendita 280.000 perle, provenienti principalmente dalle lagune delle Tuamotu, suddivise in 277 lotti. Acquirenti provenienti da Cina, Giappone, Stati Uniti e Australia hanno risposto all’appello, confermando l’interesse sempre vivo dei mercati internazionali per la perla di Tahiti.

Un mercato sotto pressione

Gli organizzatori speravano di raggiungere un volume di vendite compreso tra 250 e 300 milioni di Fcfp, un obiettivo condiviso dai produttori, oggi confrontati a una crisi persistente. La causa: una sovrapproduzione di perle negli ultimi anni, che ha largamente superato la domanda mondiale. Il risultato è stato un crollo dei prezzi, che ha indebolito l’intera filiera.

A ciò si aggiunge un calo generale della qualità, che aggrava ulteriormente la situazione. Una realtà che il presidente Edouard Fritch non ha eluso, lanciando un appello alla regolamentazione: «Dobbiamo assolutamente controllare la produzione e adottare le misure amministrative necessarie. È una priorità se vogliamo preservare il futuro di questa filiera emblematica.»

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