Un crollo vertiginoso per le perle di coltura

Gli ultimi dati dell’ISPF, basati sulle cifre della Direzione delle Dogane, rivelano un netto calo delle esportazioni locali nel quarto trimestre 2024: -62% in valore rispetto alla fine del 2023. Su tutto l’anno, la diminuzione raggiunge il 47%, un duro colpo per l’economia polinesiana.

Il settore perlifero, pilastro storico delle esportazioni, è il principale responsabile di questa débâcle. Le vendite di perle grezze crollano: -69% in valore e -49% in volume. Il prezzo medio al grammo si attesta ora a 700 F.CFP, in caduta libera (-39% in un anno). Su base annua, il bilancio è altrettanto allarmante: -59% in valore e -52% in volume.

Vaniglia e noni: le rare note di speranza

In questo scenario cupo, alcuni prodotti agricoli resistono. La vaniglia registra un’impennata spettacolare: +76% in valore e +50% in volume, con un prezzo al chilo che raggiunge i 59.000 F.CFP. Il noni segue la stessa tendenza (+64% in valore, +50% in volume).

Al contrario, altri settori soffrono: l’olio di copra cresce leggermente in valore (+33%), ma arretra in volume (-21%). Il monoï e la madreperla crollano rispettivamente del 41% e 26% in valore.

Importazioni: stabilitĂ  globale, ma settori in tensione

Dal lato delle importazioni civili, la tendenza è stabile, ma emergono forti disparità settoriali. I beni strumentali mostrano una forte progressione (+26% in valore), trainando verso l’alto le importazioni delle imprese (+6%). Al contrario, i beni intermedi scendono del 12% in valore, nonostante un aumento dei volumi (+37%), trainato soprattutto dagli acquisti di cemento.

Per le famiglie, il calo è moderato (-2% in valore, -3% in volume), ma il mercato automobilistico si inabissa (-30% in valore).

Energia: calo dei prezzi, aumento dei consumi

Le importazioni di prodotti petroliferi registrano un calo del 14% in valore, nonostante un aumento dei volumi (+14%). Su base annua, il loro valore cresce leggermente (+3%), ma il prezzo medio al chilo si attesta a 100 F.CFP, in calo del 24%.

Una situazione contrastata che sottolinea la fragilità dell’economia polinesiana, ancora troppo dipendente dalle sue perle.

(Fonti: ISPF, Direzione delle Dogane)