Martedì 20 Maggio 2025
Perlicoltura: Takaroa testa un robot sottomarino per depurare la sua laguna
Da decenni, corde, reti metalliche e boe si accumulano sul fondo delle lagune, creando un inquinamento marino persistente. Sebbene siano state condotte diverse operazioni di pulizia, estrarre questi rifiuti a oltre 60 metri di profondità resta un compito complesso, lungo e rischioso per i subacquei.
«Durante una missione a Rangiroa, abbiamo constatato che i rifiuti venivano rimossi esclusivamente a mano», spiega Tearai Sioult, membro del team Te MÄ Tairoto. «Questi ammassi formano vere e proprie tele sottomarine pericolose e rendono difficile la pulizia, tanto più che una volta a terra i rifiuti ingombrano i moli di cui la popolazione ha bisogno.»
Per rispondere a questa sfida, Te MÄ Tairoto punta su una tecnologia innovativa: un mini-robot sottomarino equipaggiato con sonar individua i rifiuti, che vengono poi estratti da una chiatta dotata di pinze meccaniche e contenitori di stoccaggio.
«Grazie al sonar installato sul nostro ROV, rileviamo con precisione le zone da trattare», spiega l’ingegnere navale Alice Mounier-Vehier. «L’estrazione è poi completamente automatizzata. I rifiuti vengono selezionati, puliti e stoccati sul posto, senza disturbare i fondali marini.»
Il robot può effettuare fino a nove ore di ispezione continua e immergersi a 100 metri di profondità — una capacità estendibile a 300 metri secondo il suo pilota, Charles Tegakau-Raparii.

Una volta recuperati, i rifiuti vengono riportati al villaggio principale e poi inviati a Tahiti. Il loro riutilizzo è attualmente oggetto di studio. «Stiamo collaborando con specialisti del riciclo delle plastiche per esplorare soluzioni di valorizzazione», precisa Alice.
I primi test effettuati a Takaroa hanno ricevuto un’accoglienza positiva dalla popolazione e dalle autorità locali. Un’assemblea pubblica ha permesso di mappare le zone di intervento senza ostacolare le attività degli abitanti.
Vincitore del premio Toa Reef dell’Ifrecor e beneficiario della sovvenzione Best Life dell’UICN, il progetto ha potuto finanziare il suo prototipo, senza tuttavia coprire tutti i costi. «La versione finale resta ancora da sviluppare», conclude Tearai. «Il dispiegamento su Takaroa ci servirà come base per regolare e migliorare il dispositivo. Saranno necessari altri finanziamenti per portare a termine questa avventura.»
