Lunedì 23 Giugno 2025
Belpearl si stabilisce a Tahiti per aprire il mercato internazionale ai perlicoltori
Sabato scorso, una cinquantina di perlicoltori ha partecipato a un simposio organizzato dall’azienda presso l’Intercontinental, segnando la volontà di connettere i produttori locali alle esigenze del mercato globale.
Presenza storica in Polinesia
Presente in Polinesia dal 1990, il gruppo familiare Belpearl – fondato dalla famiglia Hajjar, originaria del Libano – collabora già con 25 fattorie locali. Forte della sua esperienza in Giappone, a Hong Kong e ora a Tahiti, si è imposto come uno dei principali attori del commercio di perle a livello internazionale.
Un ufficio locale per valutare, selezionare e vendere
Freddy Hajjar, futuro direttore dell’ufficio di Papeete, spiega l’iniziativa: “Apriremo uno spazio in centro città dove i perlicoltori potranno depositare i loro lotti per una stima precisa. Molti non sanno realmente quanto valgano le loro perle perché la selezione non è sempre ben fatta.â€
Belpearl intende formare gratuitamente i produttori alle moderne tecniche di selezione, ispirate alle tecnologie di intelligenza artificiale utilizzate per i diamanti. Un supporto che dovrebbe permettere ai professionisti di rispondere meglio alle aspettative del mercato.
Combattere le voci e informare alla fonte
L’iniziativa mira anche a dissipare le zone d’ombra intorno alle vendite. “Quando vendiamo bene all’estero, qui circolano subito voci contrarie. È la radio di quartiere. È essenziale ristabilire la verità e dare ai produttori gli strumenti per seguire le loro vendite e capire il valore dei loro prodottiâ€, insiste Freddy Hajjar.
Per Steve Pommier, perlicoltore di Arutua e presidente del comitato di gestione della laguna, questa nuova trasparenza è preziosa: “Siamo spesso concentrati sulla produzione senza sapere cosa cercano gli acquirenti. Questo collegamento diretto con il mercato ci permette di orientare meglio i nostri allevamenti, in termini di qualità , dimensione e colore.â€
Un accesso diretto al mercato mondiale
Arii Sichoix, perlicoltore alle Gambier, saluta l’apertura dell’ufficio: “Grazie a Belpearl, possiamo accedere al mercato di Hong Kong con una commissione ridotta al 5 %. Evitiamo anche la dipendenza da un unico intermediario locale. Anche se quest’ultimo – Robert Wan – ha molto contribuito al nostro sviluppo, è tempo per noi di evolvere.â€
L’arrivo di Belpearl a Tahiti, lungi dal sostituire gli attori esistenti, diversifica gli sbocchi per i perlicoltori e incoraggia una strutturazione più aperta del settore.
Schiuditoi: la chiave per superare la carenza di ostriche
La dinamica internazionale non basterà se la parte a monte della filiera crolla. “Oggi, la sfida principale è la rarità dei giovani molluschi. La cattura naturale non basta più a causa dell’inquinamento. Il futuro passa attraverso gli schiuditoiâ€, sottolinea Arii Sichoix, che prevede di aprire il proprio alle Gambier a marzo prossimo.
“Ci vogliono due anni tra la deposizione e la raccolta delle perle. Se vogliamo garantire la sostenibilità del settore, bisogna agire subitoâ€, avverte.
Prezzi in aumento, ma serve cautela
Il mercato della perla nera resta soggetto a forti fluttuazioni. “La crisi Covid ha rallentato la produzione e le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti hanno pesato sui prezziâ€, ricorda Freddy Hajjar.
Ma i segnali sono incoraggianti. “I prezzi sono quasi raddoppiati dopo il Covid. Siamo passati da 600 a 1.200 Fcfp al grammo. Se la domanda continuerà , potremmo persino raggiungere i 1.800 Fcfpâ€, spera.
Puntare sulla qualità prima di tutto
Il messaggio è chiaro: meglio produrre meno, ma meglio. Belpearl acquista perle di qualità da A a D, ma si interessa anche alle perle di categoria E, vicine allo scarto, tanta è la domanda.
Con prospettive di vendita più ampie, formazioni mirate e un accompagnamento tecnico, la presenza rafforzata di Belpearl a Tahiti potrebbe dare un nuovo slancio a una filiera in cerca di stabilità .
